Racconta la leggenda di un passerotto che volava allegro di ramo in ramo fischiettando. Un giorno, però, il freddo iniziò a pungere e il cielo non prometteva nulla di buono. L'inverno era alle alle porte e per il povero uccellino era tempo di trovare un riparo per poter sopravvivere alle temperature rigide e al gelo. Fu così che il passerotto si rivolse a una quercia chiedendo di potersi riparare tra i suoi rami. "Non posso" rispose il grande albero "le mie ghiande si risentirebbero e tu le mangeresti tutte". Il passerotto non si fece abbattere e si rivolse a un salice. Ma anche in questo caso arrivò un rifiuto. "I miei rami soffrirebbero troppo nel darti riparo" disse il salice. Il passerotto ormai smarrito si rivolse al tiglio, alla betulla, all'olmo, tutti declinarono la sua richiesta di aiuto. Il tempo ormai stringeva, il gelo stava diventando insopportabile e il passerotto era ormai allo stremo delle forze quando vide in lontananza un'abete. Spinto dalle sue ultime forze, il povero uccellino, decise di fare un ultimo tentativo. "Caro Abete, sono allo stremo, mi posso riparare tra i tuoi rami" disse il passerotto. Il possente albero lo guardò compassionevole e disse: "Certo caro uccellino, il freddo è pungente ma i miei rami ti daranno tutta la protezione necessaria". Il povero volatile fece in tempo solo a dire grazie, si rannicchiò e cadde in un sonno profondo. Nella notte una violenta bufera di neve colpì il bosco, il vento soffiò fortissimo ma il passerotto nel suo sonno profondo non si accorse di nulla protetto dai caldi rami dell'abete. Al risveglio, però, all'uccellino apparve un paesaggio desolato: tutti gli alberi avevano perso le foglie a causa del freddo. Solo l'abete era rimasto verde e rigoglioso e da quel giorno divenne la nuova casa del passerotto.
Ecco spiegato perché sull'albero di Natale non può mancare un uccellino, dal pavone al martin pescatore, dal cardellino al colibrì, tutti rigorosamente con la clip, la molla e la coda di fibra vegetale o di piuma. Ovviamente parliamo di uccellini in vetro soffiato, una delle decorazioni più diffuse che dall'inizio del Novecento sono prodotte in Germania e nell'est Europa. Ancora oggi le soffierie utilizzano gli stessi stampi e i colori di un tempo creando oggetti che ci catapultano direttamente nel passato. Uno, ma meglio una mezza dozzina, di uccellini non può mancare sull'albero di Natale, segno di prosperità e di speranza. Non a caso in Italia fino agli anni Sessanta l'uccellino con la clip sull'albero era segno di ricchezza, più ce n'erano e più il portafoglio era pieno. Una tradizione questa sicuramente dovuta agli alti costi delle decorazioni in vetro in un periodo in cui per decorare l'albero si utilizzavano legni, frutta e caramelle.